27 Novembre 2019

La mindfulness è una pratica meditativa di ispirazione orientale che ha dimostrato grandi benefici sia in ambito clinico che psicologico. L’approccio mindful si rivela però fondamentale anche sul posto di lavoro, dove promuove benessere diffuso, una leadership più giusta e flessibile, e migliori performance del gruppo.

In un modo o nell’altro, tutto abbiamo sentito parlare di leadership. È forse uno dei temi più dibattuti degli ultimi tempi… Una rapida ricerca su Google Scholar ci restituisce un’idea di quanto l’argomento sia stato sviscerato: negli ultimi dieci anni, dal 2009 al 2019, il termine è stato citato in circa un milione e mezzo di pubblicazioni scientifiche e accademiche, con risultati del tutto analoghi a quelli di altri grandi protagonisti del panorama contemporaneo, come “social media” o “innovation”.

Non è nemmeno difficile capire il perché di tanto interesse: un’economia sempre più orientata ai servizi e sempre meno industriale ha fatto emergere con potenza un fattore produttivo predominante, quello del lavoro d’intelletto e del capitale umano. Ma tutti sappiamo come avere a che fare con le persone non è cosa facile; ancor meno facile è dover coordinare team eterogenei e variegati chiamati a lavorare in maniera coesa per raggiungere obiettivi comuni.

Le ricette miracolose

Eppure, nonostante i fiumi di parole spesi su di essa, siamo ancora molto lontani dall’avere un’idea chiara e completa di come funzioni la leadership. Innanzitutto, esistono diverse scuole di pensiero: c’è chi si concentra sui tratti di personalità di un leader, chi preferisce porre l’attenzione sui valori che lo muovono, altri ancora guardano ai comportamenti da leader in sé e per sé. Infine, c’è anche chi guarda alle dinamiche di potere e influenza e chi rimarca il ruolo chiave del contesto di cui il leader si fa espressione e portavoce.

Questo non ci scandalizza, è normale che esistano approcci anche molto diversi tra loro; il punto è che tutte queste scuole di pensiero si dimostrano in grado di spiegare alcuni aspetti, ma non tutti, del perché alcune persone riescano a essere delle guide per gli altri. La ricetta della leadership perfetta, purtroppo, non esiste – e questa è una premessa da non dimenticare.

Ciò non toglie che gli studiosi abbiano individuato spazi di manovra per migliorare in maniera efficace la propria capacità di leadership… Una di queste strategie è la mindfulness. Ebbene sì, nonostante evochi a pelle concetti lontani da quello di leader, questa pratica si è ormai fatta strada come strumento efficace per la gestione dei rapporti di lavoro.

Mindfulness e vita d'ufficio

Cosa accomuna la pratica della meditazione focalizzata sul qui e l’ora con la gestione delle complesse dinamiche d’ufficio?

Andare a prestito in Oriente, ma farlo bene

La mindfulness è la pratica dell’attenzione costante per quello che avviene “qui e ora”, nel momento e nello spazio presenti, senza fughe in avanti su ciò che avverrà dopo e senza inutili rimuginii su ciò che è accaduto prima. La mindfulness inoltre spinge chi la pratica ad adottare un atteggiamento benevolo e fiducioso verso sé stesso e gli altri, dismettendo gli stili di pensiero giudicanti così comuni nella nostra società.

Evidentemente si tratta di concetti presi in prestito dalla tradizione della meditazione Buddhista ma in tempi recenti questa pratica ha subito un’importante rielaborazione ad opera del medico Jon Kabat-Zinn della Scuola di Medicina dell’Università del Massachusetts, che ha saputo tradurre i concetti e le pratiche dell’Oriente in metodologie scientificamente riconosciute per migliorare l’approccio ai problemi quotidiani.

Ad oggi, la pratica degli esercizi di mindfulness si è dimostrata efficace nei più ampi contesti: nel migliorare le prestazioni degli atleti, la salute psicologica e la percezione di benessere, la qualità del sonno, le capacità cognitive come memoria e attenzione, atteggiamenti positivi come autostima e ottimismo, nonché adatta a ridurre sintomi di stress e burnout sul luogo di lavoro, ma anche genericamente adatta a combattere ansia e depressione.

Ma in che modo la mindfulness può aiutare i capi ad essere leader migliori?

Monaco thailandese

In Thailandia oltre il 90% della popolazione è buddista. La quasi totalità degli uomini, prima dei vent’anni, sperimenta la condizione monacale per qualche settimana, mese o anno, come esperienza fondamentale di crescita personale.

Adattamento al contesto: il leader mindful

Il primo grande beneficio a favore dei manager più “mindful” è la loro minor predisposizione a rispondere in maniera automatica e stereotipata alle situazioni; questo “essere presenti” permette di essere più abili nello scegliere lo stile di leadership ideale, passando da un orientamento più supportivo ad uno più direttivo oppure da un approccio a lungo termine ad uno di breve termine.

Uno studio con più di un centinaio di manager, provenienti da decine di settori economici ha confermato questa associazione fra atteggiamento mindful e flessibilità di stile. Aspetto da non sottovalutare, visto che i leader con un repertorio di stili più ampio sono quelli giudicati più competenti dai propri subordinati e meglio capaci di produrre un impatto positivo sulla propria azienda.

Oltre a ciò, la mindfulness aumenta la capacità di essere giusti. Sia negli esperimenti in laboratorio che nelle indagini tramite questionari, la “chiarezza di visione” che deriva dall’atteggiamento mindful sembra rendere manager e dirigenti più propensi nell’adottare la giustizia procedurale, cioè fare delle scelte guidate da criteri di imparzialità e trasparenza. Oltre a essere di per sé auspicabile, questo risultato è stato associato dai ricercatori a un minor percezione di spossatezza e mancanza di risorse personali da parte dei dipendenti.

Nonostante la poca intuitività di questa relazione, quindi, la mindfulness può essere un valido contributo alla costruzione di una leadership efficace e proficua, sia per l’azienda che per i dipendenti. Non una panacea, ovviamente, ma sicuramente un territorio che vale la pena esplorare nella strada per migliorare se stessi e l’ambiente che ci circonda.

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Autore: Alex M., laureato in psicologia del lavoro ed esperto di self-branding e corporate marketing.